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Beatles inspired party firmato Baniglia Vintage!

I’m finally back! Dopo un lungo periodo di assenza, eccomi di nuovo tra voi per raccontare le avventure di Baniglia Vintage! Mi siete mancati e soprattutto mi sono mancate le mie colleghe blogger, alle quali mando un grosso abbraccio dopo averle un po’ trascurate!

Torno per raccontarvi di un evento organizzato in occasione della Laurea di Ylenia, che mi ha tenuto piacevolmente impegnata, e che desidero condividere con voi.  Non sono nuova nell’organizzazione di feste a tema, vi ho già mostrato, nei post precedenti, la festa fifties inspired per celebrare la mia laurea e le varie feste di Halloween, in cui ho vestito i panni dei personaggi più disparati.  Questa volta però la protagonista è la cara Dottoressa Ylenia che, appassionata dei mitici FabFour, ha deciso di festeggiare la sua Laurea con una festa a tema Beatles organizzata da me con grande entusiasmo e partecipazione.

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In realtà, la mia passione per i quattro ragazzi di Liverpool risale all’adolescenza, e col passare degli anni si è sempre più rafforzata, quindi potete immaginare il mio entusiasmo nel partecipare alla cosa. C’è da aggiungere che gli spunti e le idee per una festa del genere sono davvero tanti, e svilupparli per me è stato impegnativo quanto divertente.

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Ho cercato di ricreare con il mio allestimento l’atmosfera che si respirava ai tempi della Beatlesmania, dando la possibilità a tutti gli ospiti di immedesimarsi ed immergersi, almeno per qualche ora, nello scenario inglese degli anni ’60. Tra dolci sottomarini a richiamare la famosa canzone, a mele caramellate in onore della mitica casa discografica Apple records, passando per cupcake e biscotti a tema, siamo entrati con ironia nell’universo Beatles.

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Passeggiando sulle strisce pedonali più famose del mondo, ovvero quelle di Abbey Road, tra dischi libri e foto, indossando occhiali tondi, bombette,giacche alla Sgt.Pepper, baffi e caschetti rigorosamente fatti a mano e creati per l’occasione, e suonando le note delle canzoni più famose, tutti hanno potuto immortalare i momenti salienti del party e sentirsi un po’ come Ringo, Paul, John e George.

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La soddisfazione più grande per me è stata vedere Ylenia e i suoi ospiti entrare nello spirito della festa e divertirsi come non mai! A pensarci bene il lavoro di party planner è davvero una gran ficata! 😉

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un grosso grazie e un abbraccio ad Ylenia, la cui passione per la musica è grande almeno quanto la mia! ❤

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The show Mas go on

Oggi torno a parlarvi della mia trasferta romana all’insegna del vintage.  Tappa d’obbligo della capitale, come vi avevo già accennato, sono i mitici Magazzini allo Statuto in zona Piazza Vittorio. Tutte le grandi città hanno, probabilmente, i loro grandi magazzini di riferimento, punto di commercio ma anche di incontro di intere generazioni, e per Roma tale punto di riferimento era rappresentato appunto dal M.a.s.

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L’uso dell’imperfetto, in questo caso però, è, ahimè, una scelta. I vecchi magazzini Castelnuovo, poi ribattezzati con il nome della strada che li ospita, dopo aver aperto i battenti all’insegna del lusso negli anni ’30 vivendo poi decenni di successo e affermazione, negli ultimi hanno attraversato una fase di decadenza e oblio diventando i magazzini del popolo, tanto che più volte ne è stata annunciata la chiusura.

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Ma l’amore che Roma e i romani hanno per questa vera e propria istituzione, finora ne ha impedito la fine.  In moltissimi si sono mobilitati per la sua sopravvivenza e tra i tanti anche il mondo del cinema capitolino.  Infatti Rä di Martino (autrice del soggetto con Marcella Libonati) ha girato il video documentario The show Mas go on che vede protagonisti – tutti a titolo gratuito – Sandra Ceccarelli, Arianna Gaudio, Iaia Forte, Ignazio Oliva, Maya Sansa e Filippo Timi.  Il M.a.s. è diventato, così, un set cinematografico surreale che testimonia l’importanza che questo luogo ha avuto e ha ancora nella storia della metropoli.

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Per quanto mi riguarda le atmosfere e l’aria che si respira nelle centinaia di metri quadrati del M.a.s. mi hanno del tutto rapita. Dai prezzi incredibilmente bassi, agli arredi vecchi e traballanti, passando per i cumuli di merce tra cui spulciare e i visi dolci e familiari delle commesse storiche, tutto testimonia un passato di fasti e un presente popolare che non possono non lasciare un segno indelebile anche nel più occasionale dei visitatori.

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ahhhh e naturalmente non ho resistito… dovevo comprare le mutande in cui si è tuffato Filippo Timi 😉

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Vintage “eterno”: Porta Portese e …

Il mio breve, ma intenso, viaggio nel mondo del vintage romano continua alla scoperta e riscoperta di due vere e proprie istituzioni della capitale:  il mercato di Porta Portese e i Magazzini allo Statuto.

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Chi conosce un po’ la città,  ne avrà sicuramente sentito parlare. Entrambi luoghi dal grande fascino, Porta Portese rappresenta l’emblema del mercato rionale che assurge a grande luogo di interesse anche antropologico; i magazzini, invece, posseggono tutto lo charme di un luogo rimasto inalterato nel tempo, come nella più malinconica pellicola cinematografica del passato.

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Prima tappa della mia domenica romana è, naturalmente, Porta Portese perché, come si sa, al mercato si va alla buon’ora. Non è la mia prima volta in questo posto: ricordo di una gita a Roma, con i miei genitori, in cui io, all’epoca quindicenne, costrinsi mio padre ad una vera e propria levataccia per poter visitare questo bellissimo mercato. Conservo quindi bellissimi ricordi di questo luogo, che nella seconda visita non vengono affatto traditi.

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Porta Portese ha una lunga storia. Nato negli anni ’40 come mercato della borsa nera, dove i romani compravano e barattavano un po’ di tutto, negli anni si è, pian piano, trasformato in un mercato multietnico e sempre coloratissimo, assumendo un ruolo fondamentale non più soltanto per i romani ma anche per tutti i turisti, italiani e non.

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Qui si trova veramente di tutto. Vestiti, borse, scarpe e bijoux per la gioia di tutte le donne, ma anche piccoli e grandi oggetti di antiquariato e modernariato, auto d’epoca, giocattoli vintage, cornici, bicchieri e tutto quello che riuscite ad immaginare e non. Io porto a casa un bel bottino: due borse di pelle, un cappotto a quadri Basile e il bellissimo cappello verde che vedete nelle foto 🙂

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Come al solito parlando di mercati mi sono dilungata… Vi parlerò dei M.a.s. nel prossimo post.

Presto promesso 😉

Vintage “eterno”: Bellissima

Trascorrere due giorni nella città eterna è già di per sé un privilegio. Farlo programmando una visita al Maxxi, per una delle mostre più complete sulla moda vintage italiana, é un evento straordinario, aggiungerci poi una capatina al mercato di Porta Portese e ai magazzini M.A.S., trasforma il tutto in una visita perfetta.

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Ma partiamo con ordine: è un freddo sabato pomeriggio di metà gennaio quando, insieme alla mia amica di sempre Sara, che vive a Roma ormai da anni, decido di immergermi nelle linee sartoriali dell’alta moda italiana del passato, tra lavorazioni pregiate, pizzi, applicazioni, borse, cappelli, gioielli e modelli esclusivi. La mostra in questione é Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968 al Maxxi fino al 3 maggio 2015.

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All’ultimo piano della futuristica struttura architettonica del Maxxi, sono esposti alcuni dei lavori più significativi e rappresentativi del periodo d’oro della moda italiana. Dalle sorelle Fontana a Valentino, passando per Gattinoni, Balestra, Fendi, Pucci, Mila Schön ed altri ancora, il nostro sguardo si incanta su modelli da sogno che restituiscono il vero significato alla parola capolavoro.

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L’eccellenza italiana emerge con forza nella sala, facendo viaggiare i nostri pensieri agli anni della dolce vita, ai gran galà della capitale del cinema, a film come “Bellissima”, appunto, egregiamente interpretato da Anna Magnani, film che fornisce ispirazione all’allestimento stesso, nonché agli anni dell’ombelico in bella vista della mitica Raffaella Carrá.

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Tempi ormai andati, ma che lasciano il loro segno anche attraverso questi capi, testimonianza dell’evoluzione dei costumi e della società italiana. Io e Sara, naturalmente, non siamo sole. Intorno a noi, c’è un pubblico prevalentemente femminile, che ammira quei modelli, sognando quegli anni, o addirittura ricordandoli con nostalgia. Nello sguardo delle signore più mature colgo, infatti, un certo orgoglio misto a rimpianto per essere state testimoni di tempi passati che forse non torneranno mai più con la stessa dignità e maestosità al tempo stesso.

Per ora mi fermo qui, ma non vedo l’ora di raccontarvi del vintage romano più “verace”, ovvero quello dei mercatini e dei magazzini dello statuto.  Grazie alla mia grande amica, guida, fotografa, e paziente accompagnatrice Sara… Love you ❤

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Happy birthday Baniglia Vintage!

Non sembra vero, ma è già passato un anno dalla nascita di questo piccolo esperimento sul vintage, cominciato il 5 gennaio 2014. Baniglia vintage è il risultato di una vera passione personale che si può definire innata e, che nel corso di questo anno, ha coinvolto tantissime persone, permettendomi di condividere i miei post con grandi soddisfazioni. I still can’t believe it, it’s been a year since this little experiment about vintage took place on January 5th 2014. Baniglia vintage came from an innate passion, able to involve a lot of people with whom i shared my posts with great satisfaction.

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Nel suo primo anno di vita Baniglia vintage, infatti, ha avuto circa 2900 visualizzazioni, coinvolgendo lettori da ben 22 paesi diversi. Che dire siete tanti e siete oltretutto internazionali! During this first year Baniglia vintage had 2900 views, involving people from 22 different countries. Not only you are a lot, moreover you’re international!

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Il mio post preferito è stato naturalmente il primo: Passione vintage (https://crististina.wordpress.com/2014/01/05/passione-vintage/) perchè, come si sa, il primo amore non si scorda mai. Tuttavia il vostro preferito è un altro: Come Diane Keaton (https://crististina.wordpress.com/2014/01/30/come-diane-keaton/), che ha avuto 194 lettori soltanto nel suo primo giorno di pubblicazione. D’altronde come non si può amare Annie Hall! My favorite post is the first one: Passione vintage (first link above) because you can’t never forget your first love. However your favorite has been Come Diane Keaton (second link above) with 194 readers only in the first day of pubblication.

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E’ stato un anno fantastico! E sono sicura che il secondo lo sarà ancor di più! Da parte mia vi prometto di essere la vostra spacciatrice di vintage di fiducia ;)! Sarò li dove ogni pezzo retrò sarà; tra tutte le bancarelle dei mercati, in tutti i negozi di seconda mano, in tutti gli armadi e scarpiere delle nonne e mamme! Da parte vostra vi chiedo un unica cosa: continuate a seguirmi! Siete grandi! 🙂  It’s been a great year! I’m sure the second will be even better! I promise to be your personal vintage pusher ;)! I will be wherever something old fashion will be! In every marketplace, vintage shop, in every granma or mother’s wardrobe! Stay tuned! You are great! 🙂

Donna Cunce parlate
Onna Cunce dicite
o tiempo d’e cerase e gia frennuto
D’int a stu tuppo niro
Ce stanno tutte e paure
E nu popolo ca cammina sott’o muro
Donna Cunce cacciate
Tutt’e ricuorde a pietto
Onna Cunce alluccate pe dispietto

Addio Pino

Come la mia nonna

Mi sono sempre un po’ riconosciuta nei lineamenti della mia nonna materna, e la cosa mi rende molto felice. La forma del viso, gli occhi, l’espressione sono testimonianza di geni in comune, di discendenza, legame, appartenenza.  Ho deciso quindi di ricordare la mia amatissima nonna imitando una sua bellissima foto in posa di una settantina di anni fa

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In fondo, io stessa mi sono sempre sentita un po’ una donna d’altri tempi!                              Nel precedente post, vi avevo detto di odiare i colletti quand’ero bambina. Adesso li adoro e questo che indosso oggi, ispirata da nonna Maria, l’ho fatto con le mie mani.

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La mia nonna, infatti, aveva l’abitudine di creare nuovi usi per cose apparentemente inutili o semplicemente destinate ad altro.  Credo di aver preso molto da lei, ed è per questo motivo che quando ho visto questo centrotavola ricamato e ormai sdrucito in alcuni punti, il mio istinto mi ha detto di conservarlo.

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Ne è nato, in poche semplici mosse, un colorato colletto che sembra fatto a posta per ravvivare un abito scuro, dalla linea retrò, trovato al mercato.  Scarpe, orologio e borsa vintage completano il look e il gioco è fatto.  Un bacio Nonna ❤

Il colletto della nonna

Da bambina odiavo i colletti! Mia madre si ostinava a farmi indossare capi dal dubbio nome e dalla dubbia forma, ovvero i temutissimi “camicioni”,  che lei ornava con enormi e spesso ricamati colletti, rigorosamente fatti a mano. When a was a child i hated collars! My mom used to buy for me ridiculous and shapeless dresses adorned with huge embroidered  collars.

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Crescendo però, e dimenticando i “dolorosi” ricordi legati all’uso forzato del camicione, ho imparato ad apprezzare il colletto, questo particolare oggetto a metà tra l’accessorio e il capo di vestiario. Qualche giorno fa, sfogliando le vecchie foto di famiglia, mi sono imbattuta in una bellissima fotografia della mia nonna materna, e finalmente ho capito l’origine dell’ossessione che mia madre aveva per i colletti. Growing up, i learned to appreciate this kind of accessory/garnment. Few days ago i found this old picture of my grandmother wearing a collar and i finally understood my mother obsession.

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Adoro questa foto! Ritrae la mia nonna nei primissimi anni quaranta, in posa dal fotografo con il suo abito più bello e il suo colletto più prezioso, ricamato con le sue stesse mani.  E’ proprio da lei che ho ereditato la mia passione per il mercato e per i bottoni e, forse, anche la mia testardaggine.  I love this picture! My granma, in the early forties, is wearing her best dress and her dearest collar made by herself. I got from her my passion for markets and my love for buttons and maybe my obstinacy too.

Tutto questo mi ha ispirato una nuova creazione! Certo io non so ricamare ma qualcosa riuscirò ad inventarmi! I’ve got an ispiration for a new creation! Well i know, i’m not able to embroider but i’m a good thinker!

STAY TUNED!

 

 

Elsa Schiaparelli: innovazione, anticonformismo e surrealismo.

Esattamente 41 anni fa ci lasciava Elsa Schiaparelli, una delle stiliste più influenti della moda italiana e non solo.  A lei si deve, tra le altre cose, l’invenzione della sfilata di moda, nell’ accezione moderna del termine, e del famosissimo rosa shocking, oggi noto appunto con il nome di rosa Schiaparelli.

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Donna dalla personalità ribelle e anticonformista, in netta contrapposizione con le sue origini aristocratiche, all’età di 23 anni si trasferì a Londra e successivamente a New York ed infine a Parigi dove svolse gran parte del suo lavoro. In queste città entrò in contatto col mondo dadaista e surrealista conoscendo artisti del calibro di Marcel Duchamp, Man Ray, Jean Cocteau e Salvador Dali e la sua attività ne fu molto influenzata. Sono molto famose infatti le collaborazioni “surrealiste” con questi ultimi. Considerata un’icona della moda al pari di Coco Chanel, contribuì nel periodo interbellico a dare un’immagine innovativa ed anticonformista della moda e della donna stessa.

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Dopo la fine della seconda guerra mondiale la moda cambiò sulla scia del New Look di Christian Dior e la maison Schiaparelli visse un periodo di crisi che portò alla chisura nel 1954. Concluse la sua carriera artistica pubblicando un libro autobiografico dal titolo Shocking life che comprendeva 12 comandamenti per le donne, secondo lei imprescindibili:

  1. Le donne conoscono poco di se stesse e dovrebbero sforzarsi di conoscersi meglio.
  2. Una donna che compra un vestito costoso e lo modifica, spesso con risultati disastrosi, è una scialacquatrice e una folle.
  3. La maggior parte delle donne (e degli uomini) non vede i colori. Dovrebbe chiedere consiglio.
  4. Ricordate: il venti per cento delle donne ha un complesso di inferiorità. Il settanta per cento coltiva illusioni.
  5. Il novanta per cento ha paura di essere appariscenti e di quello che dice la gente, così compra un abito grigio. Dovrebbero osare ad essere diverse.
  6. Le donne dovrebbero imparare a fidarsi dei consigli di persone esperte e competenti.
  7. Dovrebbero scegliere i vestiti sole o in compagnia di un uomo.
  8. Non dovrebbero mai fare acquisti insieme a un’altra donna, che a volte consciamente e spesso inconsciamente è portata ad essere gelosa.
  9. Dovrebbero comprare poche cose e solo le migliori o le più economiche.
  10. Non adattare mai il vestito al corpo, ma abituare il corpo a adattarsi al vestito.
  11. Una donna dovrebbe fare la maggior parte dei suoi acquisti in un unico posto dove è conosciuta e rispettata, senza precipitarsi qua e là a provare ogni nuova moda.
  12. E dovrebbe pagare i suoi conti.

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Morì a Parigi il 13 novembre 1973, lasciando un segno indelebile nel mondo della moda e, sicuramente,anche nella causa dell’emancipazione femminile.